Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’attività fisica è fondamentale per preservare il
nostro stato di benessere fisico, psichico e sociale. La nostra società promuove tuttavia uno stile di vita che, dalla sfera lavorativa a quella della socializzazione, risulta sempre più sedentario e
l’emergenza sanitaria ha aggravato questa prospettiva, riducendo spazi e tempi per l’attività
motoria e la pratica sportiva.
Lo sport implica uno stile di vita attivo, sano ed equilibrato che, insieme a una corretta
alimentazione, contribuisce fin dall’infanzia a diminuire il rischio di obesità e di malattie croniche e favorisce lo sviluppo osteomuscolare. In particolare i bambini, quindi, dovrebbero praticare
almeno un’ora di attività fisica moderata al giorno, mentre dalle Linee guida dell’UE 1 emerge che circa l’80% pratica attività fisica esclusivamente a scuola.
Questo scenario rappresenta un orizzonte di rischio non solo in termini di salute. Il mondo dello
sport è infatti un contesto sociale che, insieme alla scuola e alla famiglia, incoraggia nei ragazzi lo sviluppo dell’identità e la consapevolezza di sé e favorisce lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale stimolando le capacità di apprendimento, l’autostima, l’autodisciplina e l’aggregazione sociale. Investire nello sport significa quindi investire nell’educazione oltre che nella salute.